L’annuncio di Pfizer sulla efficacia e sulla imminenza della disponibilità del suo vaccino, che brucerebbe la concorrenza degli altri 45 in fase 3, ha mandato in visibilio le borse (incluso il suo titolo) e fatto esultare giornalisti e commentatori: “svolta storica”, “è arrivato il vaccino”. Ora, posto che saremmo molto felici di avere farmaci e vaccini efficaci e sicuri contro la pandemia, non possiamo esimerci dal fare il nostro esercizio quotidiano di razionalità e di analisi scientifica. Vado per brevi punti ispirati dalla lettura di un commento di Lancet di qualche giorno fa.

1. Posto che il vaccino funzioni, non è chiaro quanto duri l’immunizzazione, che potrebbe essere di breve durata: 12-18 mesi.

2. Chi vaccinare dipende dall’obiettivo: proteggere le fasce a rischio oppure puntare alla immunità di gregge?

3. Se si punta sulla immunità di gregge, con un vaccino efficace al 100% la si raggiunge vaccinando il 60-72% della popolazione. Se il vaccino ha un’efficacia dell’80% (come alla fine sarà quello di Pfizer) occorre vaccinare fino al 75-90%

4. Tuttavia, se la durata dell’immunizzazione è breve, mettiamo 1 anno, allora la situazione si complica: occorre che la percentuale dei vaccinati sia pressoché al 100% e le vaccinazioni ripetute per alcuni anni. Missione pressoché impossibile !

5. La fase 4 -cioè quella fase di monitoraggio che dura anni dopo la vaccinazione di massa- è cruciale perché identificherà gli eventi avversi gravi e testerà l’efficacia del vaccino anche su popolazioni a rischio.

6. Con tutta probabilità dovranno essere messe in campo ripetute campagne vaccinali soprattutto se SARS-CoV-2 si comporterà come un virus influenzale, con picchi invernali e persistenza in estate nell’emisfero nord.

7. Infine, non bisogna dimenticare che la fase 3 di Pfizer è ancora in corso e che non sono esclusi incidenti come è accaduto al vaccino cinese prodotto dalla Sinovac bloccato a causa di “un grave incidente”.

Non sono stati forniti dettagli sulla causa dell’incidente che ha coinvolto, durante la sperimentazione in Brasile, un volontario lo scorso 29 ottobre. Il vaccino avrebbe dovuto essere distribuito entro il 20 novembre in Brasile, che aveva già acquistato un lotto di dosi e contava di distribuirlo prestissimo.

Conclusione: è estremamente improbabile che il vaccino risolverà in un tempo ragionevole la pandemia e, soprattutto, non ci aiuterà a passare questo inverno, che sarà cruciale per la salute di tutti.

Roy M Anderson, Carolin Vegvari, James Truscott, Benjamin S Collyer Challenges in creating herd immunity to SARS-CoV-2 infection by mass vaccinationPublished November 04, 2020 DOI: https://doi.org/10.1016/S0140-6736(20)32318-7

 

Prof. Francesco Bottaccioli (presidente onorario SIPNEI)